CENGIO ALTO (SV) / In mezzo ai paramenti sacri, è stato trovato un inquietante stendardo risalente a duecento anni fa e che ha un’immagine della morte che schiaccia i poteri terreni, infatti sotto i piedi scheletrici calpesta i copricapi di papi, cardinali e imperatori e ha una particolarità

I MISTERI DI CENGIO ALTO

 

Articolo e fotografie di: Giorgio Baietti – giorgiobaietti@gmail.com
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Storia e geografia

Altare, Cengio e Saliceto: il triangolo del mistero! Con questo mio servizio voglio portare a conoscenza la realtà enigmatica di tre paesi del Nord Italia (Liguria e Piemonte) che, all’apparenza, sono del tutto simili a mille altre località…all’apparenza…!


il castello di Cengio

Cengio è un paese della Val Bormida, provincia di Savona, a circa metà strada, appunto, tra Altare e Saliceto. Il fulcro della mia indagine è Cengio Alto, il nucleo originario del paese che si è poi sviluppato più in basso, nella vallata.

Fino ai primi anni Novanta il nome “Cengio” era sinonimo di Acna, una fabbrica di coloranti che è stata chiusa per  i problemi dell’inquinamento del fiume Bormida. Ma questo fa parte del passato, perché adesso la località ha cambiato aspetto e lassù, nel punto più alto, è sempre stata la storia ad essere protagonista. Qui, infatti, c’è l’antico castello del Tredicesimo secolo, che è stato teatro di grandi battaglie nel Seicento, tra gli spagnoli e i franco-piemontesi. Da questo punto lo sguardo spazia a trecentosessanta gradi su colline bellissime che vanno dalle Langhe al mare.


Cengio Alta

Qui, su una collina svetta un menhir circolare alto quattro metri circa, fatto con pietre sovrapposte e di cui si ignora l’origine. Chi dice che l’abbia fatto realizzare Napoleone quando passo in zona nel 1796, chi dice sia precedente, insomma, il mistero permea ogni cosa.

Tra le mura del castello troviamo una larga pietra su cui è impressa una forma strana: l’impronta precisa di una scarpa da uomo, come se fosse nel fango…ma questa è dura pietra e c’è un’altra particolarità: qui la neve non si ferma, si scioglie subito, ne cadesse anche un metro, l’impronta è sempre pulita!


il castello di Cengio

Proprio sotto il castello c’è un antico monastero, poi trasformato in abitazione, che è a poca distanza, nel comune di Millesimo (paese limitrofo che è annoverato tra i borghi più belli d’Italia) e dove il 29 luglio 1928 avvenne una celebre seduta spiritica voluta dal marchese Carlo Centurione Scotto per evocare il figlio Vittorio, morto due anni prima, precipitando col suo idrovolante nel lago di Varese mentre si allenava per partecipare alla Coppa Schneider. Alla presenza, tra gli altri, del medium americano George Valiantine e dello studioso Ernesto Bozzano, il marchese si smaterializzò e fu ritrovato ad una certa distanza, nelle scuderie, in un box chiuso a chiave. Era in stato confusionale e non è mai riuscito a dare una risposta logica per questo suo “volo”.


Casa stregata

La Società per la Ricerca Psichica (SPR) di Londra ritenne questo episodio di sparizione e riapparizione non meritevole di credito a causa della mancanza di controlli adeguati e questo atteggiamento dubbioso portò alle dimissioni dalla società di Sir Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes che, invece, credeva fermamente in quello che era accaduto.
I fantasmi sono protagonisti anche in una bella e altrettanto strana casa con un’alta torretta, costruita nella metà dell’Ottocento, posta sempre sotto il paese di Cengio Alto e dove fenomeni ottici e rumori inquietanti la farebbero da padroni. Voci provenienti dal nulla, soffi di vento dentro a stanze chiuse e altri fenomeni ne hanno fatto un luogo suggestivo e sinistro. Leggende, suggestioni? Può essere, fatto sta che, nonostante le offerte vantaggiosissime e la crisi degli alloggi, presente in ogni epoca, nessuno vi ha mai voluto abitare. Qui è nota, ovviamente, come “La casa dei fantasmi”!


Chiesa di Cengio

Tutto questo è una sorta di “aperitivo”, il contorno ideale per il piatto forte che è lassù, in alto. Misteri e cucina si ritrovano nella Locanda del Castello dove i proprietari hanno saputo fondere insieme la cura di piatti davvero particolari con l’ambiente che li circonda. Non sembra davvero di essere in un ristorante; sembra che il tempo si sia fermato e abbia cristallizzato tra queste mura gusti, immagini e profumi.


Giorgio Baietti nella chiesa di Cengio Alto

Per la storia, nel 1662, hanno costruito la chiesa dove prima c’era un altro edificio sacro la cui origine si perde nella notte dei tempi. In mezzo ai paramenti sacri, è stato trovato un inquietante stendardo risalente a duecento anni fa e che ha un’immagine della morte che schiaccia i poteri terreni, infatti sotto i piedi scheletrici calpesta i copricapi di papi, cardinali e imperatori e ha una particolarità: una mano con un pollice lunghissimo (o forse sono sei dita, come troviamo nella chiesa di Saliceto, nella tredicesima stazione della Via Crucis) e al centro della fronte un inequivocabile segno rotondo: la Kundalini o terzo occhio.


lo strano triangolo nel retro dello stendardo 1500

Anche il retro dello stendardo nasconde un messaggio criptico: uno strano triangolo equilatero è posto sotto una deposizione di Cristo…non c’entra nulla col contesto e non si sa perché l’oscuro pittore lo abbia realizzato e posizionato in quel modo.


particolare del quadro in chiesa

Un altro dito, esageratamente lungo, lo troviamo in un quadro che è in chiesa, con un Gesù deposto dalla croce che indica il basso. Dobbiamo dargli retta, perché, sempre all’interno, sul lato destro, troviamo un sottotetto denominato “Dei morti” e se scendiamo lungo la lesena che è posta tra due cappelle (San Carlo e San Luigi), giungiamo nel sottosuolo in un locale stupefacente. E’ una grande grotta che, a prima vista, sembra una comune cantina e, infatti, i proprietari, fratelli Graffo, qui vi producono un ottimo vino che ha un gusto veramente particolare…il sapore dell’enigma! Basta entrare, però, più in profondità nel locale e fare luce sul buio dominante ed ecco che si scopre che questa grotta non è stata fatta per Bacco ma per un altro dio: Mitra.


STENDARDO DELLA MORTE

Mitra è una divinità adorata già a partire dal I secolo a.C. nella vasta area che dall’India va alla Persia. Successivamente entra anche nel pensiero e nella tradizione greca e romana. Il suo culto persiste fino al V secolo dopo Cristo, quindi, convivendo con quello che diverrà il Cristianesimo e con cui aveva molti punti in comune.  L’immortalità, la resurrezione, il giudizio divino dopo la morte, il battesimo, l’acqua santa, la festa alla domenica, l’inferno e il paradiso…sono i punti di contatto principali tra le due religioni. Secondo alcune fonti, il Cristianesimo avrebbe semplicemente copiato diversi concetti religiosi dal Mitraismo, facendoli propri. Mitra, a differenza di Cristo, non muore e risorge. Nei culti misterici si racconta che attraversò l’oceano con il suo carro e che durante la traversata le acque cercarono di inghiottirlo ma inutilmente e, infine, egli raggiunse la dimora degli immortali.


altare nella grotta

Il centro del culto ed il luogo di incontro dei seguaci era il Mitreo, una cavità o caverna naturale posta nel sottosuolo, preferibilmente sotto un edificio sacro, già esistente. I mitrei erano luoghi tenebrosi e privi di finestre, con una sola porta d’accesso. Erano caratterizzati da una o due panche di pietra lungo le mura laterali per il banchetto rituale. Sul soffitto in genere era dipinto un cielo stellato con la riproduzione dello zodiaco e dei pianeti. I mitrei erano di dimensioni modeste e il servizio di culto, che terminava sempre con un banchetto comune, era officiato da una piccola comunità per meglio conservare gli antichi rituali che si tramandavano dalla notte dei tempi. Un po’ come la celebre parabola cristiana delle “Perle ai porci”, gli iniziati preferivano non sprecare il loro messaggio con genti che non lo avrebbero capito.


interno della grotta

All’interno della grotta  di Cengio Alto c’è, infatti, una lunga panca di pietra finemente scolpita che occupa buona parte del locale, sovrastata da una volta che è stata lavorata con una cura maniacale. La panca è posta ad un’altezza (un metro e trenta circa) che può anche far pensare ad un altare votivo, ma si deve considerare che il pavimento non è uniforme e che, quindi, un tempo potesse essere molto più in alto. Il fatto che fa pensare ad una panca (tipica del Mitreo) è che la roccia dietro è stata lavorata con immane fatica per adattarla ad un corpo umano. Se ci si siede, appunto, la schiena è comodamente avvolta dalla pietra.

Lungo le pareti si notano dei segni che, a prima vista, sembrano macchie dovute all’umidità, ma osservate da vicino e con la giusta luce, assumono le sembianze di un segno lasciato dall’uomo, una sorta di raffigurazione o scrittura il cui significato è del tutto oscuro. Un messaggio arcano che, ancora una volta, ci giunge dalla Val Bormida, una vera terra di enigmi insoluti. Il nostro percorso è appena iniziato e riserverà veramente sorprese affascinanti e inquietanti.

Prossimamente Altare, Saliceto e molto, molto altro ancora. Buon viaggio!
Giorgio Baietti

Per visite guidate contattare: Giorgio Baietti
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Giorgio Baietti

Giorgio Baietti ci porta a… fare un VIAGGIO ESOTERICO E CULINARIO CON LA DEGUSTAZIONE DI SPECIALITA’ LOCALI IN UNA LOCANDA DAI MILLE SAPORI.

ALTARE – CENGIO – SALICETO

Tre paesi, tre grandi enigmi di casa nostra. Un autentico viaggio nel mistero con chiese stranissime, grotte del dio Mitra, ville faraoniche costruite da un bizzarro parroco che doveva diventare Vice Papa e ha rifiutato! Su tutto questo aleggia un vento carico di soluzioni insolute e realtà che sono più intriganti e affascinanti della più fervida fantasia.
Vi accompagnerà, passo per passo, Giorgio Baietti, autore dei due libri che trattano di questi misteri. LO SPECCHIO INVERSO e BUIO COME IL VETRO, nonché protagonista di due trasmissioni televisive VOYAGER e MISTERO (Rai Due e Italia Uno) che, per la primissima volta, hanno portato alla ribalta nazionale queste piccole località del tutto uguali ad altre…solo all’apparenza!!!

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