EMILIA ROMAGNA / AGAZZANO (PC) – IL CASTELLO DI AGAZZANO / Lo spirito di Pier MAria Scotti detto il Buso è particolarmente presente come raccontano testimoni che parlerebbero di luci che si accendono da sole, porte spalancate e rumori insoliti.

LA DIMORA DEL DUCA BUONO E IL FANTASMA DEL BUSO


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 / Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu

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E’ costituito da due edifici, la rocca difensiva medievale e la villa residenziale.
Nel 1770 (scempio) parte del castello venne abbattuta per motivi estetici (!!!) perché il giardino non avrebbe avuto un bello sfondo con le torri.
Vi abitava la famiglia Scotti, che si auto dichiaravano discendenti di Guglielmo di Scozia, per la similitudine del nome, al servizio dell’imperatore Carlo Magno (chissà, magari dava prestigio una sorta di discendenza legata al Graal, visto che si parla di Scozia…). In verità sono originari di Vigoleno e Alberto Scotto fu podestà di Piacenza. Qui soggiornarono e si imparentarono Giovanni Maria Scotti e Luisa di Novellara.

Il cortile

E’ una dimora duecentesca con due scalinate a loggiato scalare una di fronte all’altra  a titolo decorativo, una novità per quell’epoca. Il portale aveva marmi policromi.
Al centro un pozzo esagonale. Il cortile non è diritto, ma concavo, per far confluire l’acqua piovana direttamente nel pozzo da cui veniva poi prelevata l’acqua.
Lo stemma di famiglia è una striscia obliqua con due stelle una in lato e una in basso. Accanto alla sigla CO JO MS – Conte Joannes Maria Scotti, vi è l’aquila invece è di Maria Gonzaga, la moglie.

Un “residence” per le guardie

La particolarità di questo castello è il fatto che le guardie avevano un vero e proprio appartamento personale all’interno delle torri di guardia! In ogni stanza c’era un camino, un forno e una vasca/lavandino piena d’acqua. Non è da tutti offrire tanti servizi per le guardie che spesso e volentieri dovevano dividere la stessa stanza e lo stesso letto, diciamo pure che lavorare in questo luogo era una vera fortuna!

La stanza con camino e le nicchie scaldavivande

Nel pavimento della stanza con il camino vi è incastonata una pietra che serviva per spaccare la legna senza rovinarlo. Nel muro proprio accanto al fuoco vi è una piccola nicchia scaldavivande nella quale venivano poggiati i cibi. Queste nicchiette si trovano nella maggior parte degli ambienti, testimonianza che i conti erano delle buone forchette. Dentro il camino vi sono dei sedili con lo scopo di accomodarsi e scaldarsi accanto al fuoco.

Non ci sono le prigioni

In realtà le prigioni erano presenti in passato ma sono state interrate, non si sa bene il perché. E’ possibile osservare una scala a chiocciola che si vede solo per i primi gradini, poi il resto è stato abbattuto. Vi era presente anche una “torre del taglio”, un luogo destinato alla tortura e morte dei prigionieri, ma è stata bonariamente chiusa. A giudicare dalla mancanza di torture e prigioni e dal particolare accomodamento delle guardie si presume che il castello sia stato abitato da un duca particolarmente gentile, cosa rara per quei tempi…


Questo è tutto ciò che resta delle prigioni, una scala rotta che si perde nel vuoto

Il giardino

Un tempo vi erano delle torri medievali possenti che sono state abbattute per smorzare un effetto particolarmente rozzo che avrebbe turbato le passeggiate nel giardino…

Una stanza “all’aperto”

La stanza più bella è quella decorata su tutti i lati compreso il soffitto con un immenso paesaggio su cui è raffigurato anche il Vesuvio che fuma non in maniera minacciosa.
Infatti il fumo è insolitamente bianco e non nero… piante e nuvole sono rappresentate in maniera molto realistica, dato che sembra quasi di essere all’aperto.
L’affresco è stato realizzato da Luigi Villoresi che lo ha realizzato con l’orizzonte ad altezza finestre, per creare l’illusione che l’immagine disegnata sia un tutt’uno con quella reale dell’esterno.

La sala della musica

Il pianoforte e il soffitto a stucchi, sono arricchiti con personaggi delle maschere napoletane.
Sulle credenze vi sono diverse ceramiche realizzate con pizzo vero che veniva applicato alle figurine femminili e indurito così da farne una scultura perfetta.
Nella stanza vi è un quadro dove sono raffiguarti Apollo e il satiro Marsia durante una gara musicale. Nella mitologia Marsia perde di fronte alla bravura del Dio che per vendicarsi dell’affronto fatto decide di scorticarlo.

Il giuoco della Guerra

Il tavolo del Giuoco della Guerra era simile a quello da biliardo, il gioco potrebbe ricordare un moderno Risiko. I nobili, che se ne stavano comodamente seduti, spostavano con lunghe stecche le pedine. Questo gioco era proibito, perché fortemente d’azzardo, dato che i nobili scommettevano denari, terre, onori e vite delle stesse mogli. In questa stanza abbiamo Bacco e Cerere (fertilità). Questo gioco lo troviamo anche al castello di Rivalta a pochi chilomentri da qui.

Il fantasma del Buso

Come la maggior parte dei castelli anche qui ha residenza un fantasma. E’ Pier Maria Scotti detto il Buso, in quanto lasciava con la spada un buco nel petto di tutte le sue vittime. Venne ucciso da Astorre Visconti in una vicina locanda, ma il suo corpo non fu mai ritrovato. Lo spirito invece è particolarmente presente come raccontano testimoni che parlerebbero di luci che si accendono da sole, porte spalancate e rumori insoliti.