LOMBARDIA / OSTIANO (CR) – LA PIEVE / Ad Ostiano sulle tracce di San Gaudenzio e di un ordine monastico soppresso oltre tre secoli fa

AD OSTIANO SULLE TRACCE DI SAN GAUDENZIO E DI UN ORDINE MONASTICO SOPPRESSO OLTRE TRE SECOLI FA


ARTICOLO
/ Paolo Panni

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Provincia di Cremona
Personaggi / santi
Italia abbandonata

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Che fine ha fatto il corpo del Vescovo e Martire bresciano San Gaudenzio? Questo l’interrogativo che è lecito porsi quando si arriva ad Ostiano, popoloso borgo del cremonese, posto ai confini con le province di Brescia e Mantova. Tutti gli indizi portano alla spettrale, ma storica chiesa dei Santi Gaudenzio ed Alessandro, comunemente detta “La Pieve”. Le notizie storiche informano del fatto che questo edificio sorge su un’area precedentemente occupata da una chiesa più antica che, per alcuni secoli, svolse le funzioni di chiesa parrocchiale, prima sotto il titolo di Sant’Alessandro al quale venne poi associato San Gaudenzio. Come mai questo legame? Perché questa doppia intitolazione? Se è vero che, nonostante sia definita come “La Pieve”, non vi è alcuna certezza che si tratti realmente della prima chiesa parrocchiale del paese è anche vero che, da sempre, si parla della presenza, sul territorio ostianese, di una pieve ove, nell’830, fu sepolto proprio San Gaudenzio, Vescovo e Martire, patrono di Ostiano che, secondo la leggenda, venne martirizzato proprio in questa zona. Una leggenda, è vero, ma piuttosto fondata. Lo dimostrano, ad esempio, due particolari non irrilevanti. Innanzitutto il fatto che il santo vescovo e martire bresciano sia stato individuato come patrono del paese e, in secondo luogo, il fatto che alcune sue reliquie si conservano, ancora oggi, nella parrocchiale. Ma il luogo della sua sepoltura, e quindi la sua tomba, che fine ha fatto? Gli indizi portano, appunto, a questa chiesa e alla sua storia, affascinante e misteriosa, legata per oltre un secolo alle vicende dei frati dell’ordine di San Girolamo da Fiesole. Ordine, questo, che era sottoposto alla regola di Sant’Agostino e che è stato soppresso nel 1668 da papa Clemente IX unitamente all’ordine dei Gesuati. Se all’epica i Girolamini erano diffusi nelle maggiori città italiane, oggi non restano molte tracce dei loro immobili. Una traccia importante è proprio quella di questa “Pieve” accanto alla quale, dopo il 1522 (anno in cui il complesso religioso venne loro affidato), sul lato destro edificarono il loro convento. Se della struttura muraria del complesso conventuale non esiste ormai nulla (o quasi), è ancora oggi ben visibile il perimetro, delimitato dalle antiche mura. Una testimonianza preziosa, dunque, del passato e di un ordine sparito nel nulla.

Di Teseo – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=89323388

Chiesa e convento, nel 1674,pochi anni dopo la soppressione dei Girolamini, passarono ai Francescani. Tutto il complesso venne chiuso definitivamente nel 1810 diventando bene nazionale e fu quindi venuto tramite pubblica asta. Ne fu acquirente il farmacista locale Domenico Viani che ne avviò la demolizione, specie per quanto riguarda il convento. L’intervento, quindi, del nobile Giovanni Piovani, al tempo sindaco di Ostiano, scongiurò la demolizione della chiesa che venne acquisita dal Comune. A quel punto divenne chiesa cimiteriale con la destinazione, nell’Ottocento, a civico camposanto del terreno annesso. Terreno su cui sorgeva in precedenza, proprio il convento. In questo modo si andò a rispondere ai nuovi regolamenti napoleonici, destinando l’antico luogo che era già di sepoltura dei frati, a cimitero comunale. Ecco quindi spiegata la presenza di un considerevole numero di lapidi, ancora oggi, sulla facciata e sui lati della chiesa. In paese sono sorte,d a tempo, anche leggende riguardanti strani rumori e voci che si avvertirebbero durante la notte in precisi momenti dell’anno. Fatto, questo, che non  trova alcuna leggenda e sembra essere soprattutto frutto di pura fantasia.  Da evidenziare infine che all’interno del sacro edificio sono conservati preziosi altari a tarsie marmoreee e la bella cantoria lignea secentesca un tempo collocata in parrocchiale. L’edificio versa, da tempo, in condizioni di abbandono ed il suo aspetto, anche per la presenza di lapidi e tombe, è decisamente spettrale. Necessita più che mai di urgenti interventi di consolidamento che ne garantiscano la sopravvivenza e per i quali, localmente, sono giò state gettate le basi.