Il culto delle anime pezzentelle di Napoli è davvero affascinante, non tanto per il folklore e la superstizione, quanto per la sensazione di poter toccare con mano quell’anticamera dell’aldilà indicata come Purgatorio. Il culto riguarda il fatto di curare e “adottare” uno dei tanti teschi contenuti all’interno dell’ipogeo della Chiesa di Santa Maria delle anime del Purgatorio ad Arco. L’anima pezzentella (dal latino petere, ovvero “chiedere per ottenere”) corrispondente a un’anima anonima o abbandonata, cerca essa stessa un legame con il mondo reale, affinché le venga “alleviata” la pena grazie al sollievo di colui che ha deciso di adottarla. Dovrà però dare qualcosa in cambio per evitare di essere ulteriormente abbandonata anche dal suo adottante. L’atmosfera che si respira è quella del “confine” tra questo mondo e l’altro.