LUOGO: Pisa, duomo / Croci, tarsie come mandala e le unghiate del diavolo
I SEGRETI DEL DUOMO DI PISA
ARTICOLO / Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu
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I capitoli di questa scheda sono:
• I misteri del Duomo di Pisa
• L’enigma delle tarsie
Il Duomo di Pisa è un capolavoro di stile romanico pisano in cui si fondono elementi classici, lombardo-emiliani, bizantini e persino islamici.
Fu costruito a partire dal 1064 dall’architetto Buscheto (la cui tomba è all’interno del Duomo) utilizzando una parte del bottino ricavato dalla sconfitta dei Musulmani da parte dei pisani in un leggendario scontro nel porto di Palermo.
Qui si ricorda un fatto miracoloso in cui solo 136 Normanni, ai quali arrivarono poi in appoggio i Pisani, avrebbero sconfitto ben 50.000 saraceni, grazie all’intervento di un misterioso cavaliere bianco con una croce sul petto. Non c’è peggior sconfitta del reimpiego dell’oro degli infedeli in un edificio cristiano, un metallo insieme alla pietra consacrato nel 1118 da Papa Gelasio II.
Costruire una basilica tanto maestosa era anche un ringraziamento al miracolo di San Giorgio corso in aiuto durante la disperata battaglia. Proprio per ricordarne la provenienza, l’interno si ispira alle grandi moschee islamiche per via degli archi a sesto acuto e della cupola ellittica.
Bene e male, cristiani e musulmani, presenza metaforica nelle navate dall’alternanza del bianco con il nero.
A vegliare sull’ambiente il grande mosaico di Cristo in maestà con accanto Maria Vergine e San Giovanni Evangelista.
Appena fuori le mura, nei pressi della torre Ghibellina, i cavalieri templari avevano un’importante commanderia dedicata a Santa Sophia. Pisa è di fondamentale importanza per l’Ordine perché nel maggio del 1135 durante il Concilio di Pisa furono ufficialmente presentati da San Bernardo attraverso il trattato “De Laude Novae Militiae”, i Cavalieri Templari dinnanzi a tutti i vescovi dell’Italia centro-nord.
Ogni 25 marzo, grazie ad una particolare meridiana all’interno del duomo, un raggio di sole filtrando da un’apertura nella navata centrale, arriverebbe a toccare un uovo di marmo. Prima del 1749 il 24 marzo era l’ultimo giorno dell’anno, perché l’inizio veniva festeggiato il 25, in prossimità dell’equinozio di primavera. Non a caso è stato anche scelto come giorno dell’annunciazione di Maria, il momento in cui la parola di Dio si farebbe carne attraverso la Vergine, rimanendo incinta di Gesù.
Quale miglior correlazione con l’inizio della primavera? Il raggio di luce toccando l’uovo di marmo sarebbe ulteriore metafora dello spirito di Dio sceso a fecondare Maria. Ancora oggi un corteo giunge fino al Duomo annunciando la giornata con una precisa frase rituale “A maggior gloria di Dio e invocando l’intercessione della beata Vergine Maria e di San Ranieri nostro patrono, salutiamo l’anno”.
Un punto di contatto con gli astri e il cielo, che proseguirebbe anche al di là delle mura perché l’allineamento dei tre monumenti più famosi al mondo, secondo Massimo Adami, un ricercatore indipendente che ha pubblicato interessanti teorie (www.stilepisano.it), sarebbero allineati secondo 3 stelle di Aries, nella cui costellazione il sole transiterebbe approssimativamente tra il 20 marzo e il 20 aprile, periodo corrispondente alla discesa del raggio di luce nel Duomo.
Davanti al Camposanto nei pressi del lato nord a circa 1,50 m dal terreno è posizionata una lastra di marmo sul quale sono incise le cosiddette “unghiate del diavolo”, sono 150 piccoli fori (ma il numero dovrebbe cambiare ogni volta che vengono contati) che la leggenda vuole siano stati creati dal diavolo in un vano e goffo tentativo di fermare i lavori. Perché, almeno per una volta, non immaginare che invece lo stesso demonio avrebbe desiderato inserire una firma tutta personale sulle mura del duomo?
All’interno, a destra dell’abside, è conservata una reliquia molto importante e nota per aver aperto diversi dibattiti. Sarebbe l’anfora delle nozze di Cana, è in porfido rosso e si trova sopra una colonna.
Con essa, Gesù avrebbe trasformato l’acqua in vino durante le nozze di coniugi mai menzionati, creando interrogativi sull’ipotetico matrimonio di Gesù stesso. Secondo la tradizione sarebbe stato portato direttamente dalla prima Crociata nel 1099, anche se diverse fonti la datano al IV secolo d.C. E’ stata da sempre chiamata “vaso dell’Epifania”, perché nel giorno del 6 gennaio, si ricorda il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino, un evento alchemico che ricorda il famoso mutamento dei due liquidi.
Fiori della vita (foto di Fiamma Magnacca)
L’enigma delle tarsie
La tarsia è una decorazione ottenuta accostando frammenti di legno o marmo per creare un disegno circolare molto elaborato. Ce ne sono davvero tante sul muro del Duomo e tutte differenti tra loro. Perchè crearne di così complesse? Possibile che l’unica ragione sia quella decorativa? Massimo Adami ha riportato diversi studi suggerendo una interessante spiegazione. Egli le identificherebbe come piccole finestre che trasmetterebbero un messaggio matematico che si rifà al concetto di “mandala”. Questa parola il cui significato è quello di “contenere l’essenza” viene utilizzata per indicare un diagramma circolare formato da piccole figure geometriche quali il punto, il triangolo, il cerchio e il quadrato.
Secondo il buddismo e l’induismo essa non sarebbe un semplice gioco geometrico, ma ogni figura avrebbe un valore spirituale, magico e rituale di difficile comprensione. Le stesse enigmatiche tarsie pisane potrebbero contenere il valore magico-simbolico del mandala. Il rosone ad esempio, presente in ogni chiesa e simile anch’esso al mandala, è un elemento decorativo con la funzione di illuminare l’interno, ma possiede anche il valore simbolico di “occhio divino” e di Ruota della Fortuna in chiave religiosa, come progetto di Dio nei confronti dell’uomo. L’Adami confronta i “mandala pisani” col nostro cuore, in cui ogni tassello corrisponderebbe ad un sentimento, buono o cattivo, creando nel complesso un’armonia attorno ad un centro, nel quale è a volte riportato Dio, o semplicemente nulla, l’anima invisibile.
Ogni tassello è fondamentale, qualora se ne rompesse uno, l’intera composizione perderebbe il suo equilibrio. Ogni nostro affetto deve avere una uguale dimensione, senza che sovrasti gli altri, affinchè il “meccanismo umano” possa funzionare. Semplici decorazioni, ignorate di fronte alla magnificenza di Piazza dei Miracoli. Non bisogna mai trascurare nulla, è d’obbligo osservare con attenzione anche ciò che conosciamo a memoria, perché l’inaspettato è sempre davanti ai nostri occhi.
Forse in questo caso sono gli elementi orientali a “vincere” sul Cristianesimo, perché con i loro enigmi ci affascinano, ci incuriosiscono, ci attirano a conoscere una religione nuova. O semplicemente ci fanno capire, con i loro concetti legati all’anima dell’uomo, quanto i culti siano simili tra loro. Le guardiamo per cercare una soluzione, ma con queste forme ripetute, con i cerchi, le volute, le ruote… semplicemente finiscono con l’ipnotizzarci. E ne usciamo ancora più confusi di prima.
Le bellissime tarsie (foto di Fiamma Magnacca)
TARSIE FOTOGRAFATE DA MASSIMO ADAMI