LUOGO: TETI (NU) – IL VILLAGGIO NURAGICO DI TETI / Il bronzetto più famoso è un essere con 4 occhi e ad oggi si trova al museo di Cagliari, ma in realtà è stato ritrovato nell’area archeologica di Teti accompagnato da moltissimi altri bronzetti

IL DIO-GUERRIERO DAI QUATTRO OCCHI
E LA PIU’ ANTICA IMMAGINE DELLA MATERNITA’ CONOSCIUTA


ARTICOLO E FOTOGRAFIE
 / Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu

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CATEGORIE

Provincia di Nuoro
Ancient Alien
Femminino / Dea Madre
Figure rare
Inspiegabile
Personaggi / Popoli antichi

Teti, città della Sardegna apparentemente sperduta, è il luogo del più importante villaggio nuragico in termini di ritrovamenti in terra sarda. Questa regione che più di ogni altra conserva ancora oggi zone antichissime, è stata troppe volte territorio di caccia dei tombaroli che hanno venduto all’estero immensi tesori in grandi quantità, a causa dell’abbandono delle zone archeologiche alla portata di chiunque. Poco è stato tutt’oggi recuperato, troppo è stato depredato.

Teti è uno di quei rari luoghi ritrovato da un amante della storia che ha potuto preservarne i tesori di inestimabile valore, i bronzetti che è possibile ammirare al museo regionale di Cagliari. Il bronzetto più famoso è quello raffigurante il dio Sandan (Sardan, Sardus) figlio di Eracle, chiamato anche Marduk, Dioniso, Eshum, Visnù, Asclepio, rappresentato sempre con quattro occhi e quattro braccia e con antenne o corna. Era il dio degli Shardana, il “popolo del mare”, quel popolo di navigatori che toccarono l’intero mondo conosciuto lasciando proprie tracce ovunque. Le loro navi vengono osservate ancora oggi e ricoperte di domande riguardanti la loro strana struttura fatta a prua alta, con un mezzo un palo molto alto, su cui montavano una specie di bussola a mezzaluna sopra una sfera, così sono stati interpretati gli innumerevoli disegni delle navi ritrovati in terra sarda.

Il villaggio nuragico di Teti oltre ad essere di diversi chilometri al di fuori dalla città, è ad oggi spoglio e semi abbandonato, ma sempre ricco di quel mistero e fascino che trapelano solo dalle antiche rovine in terra di Sardegna.

Vi sono un bronzetto e una statuetta qui ritrovate, di un’importanza unica:

IL DIO-GUERRIERO DAI QUATTRO OCCHI
Il loro dio era Sandan (Sardan, Sardus) figlio di Eracle, chiamato anche Marduk, Dioniso, Eshum, Visnù, Asclepio, rappresentato sempre con quattro occhi e quattro braccia e con antenne o corna.
Il bronzetto più famoso lo rappresenta e ad oggi si trova al museo di Cagliari, ma in realtà è stato ritrovato nell’area archeologica di Teti accompagnato da moltissimi altri bronzetti.

LA VENERE DORMIENTE DI ATZADALAI, LA PIU’ ANTICA IMMAGINE DELLA MATERNITA’ CHE SI CONOSCA
La loro divinità superiore a qualsiasi altro dio era la dea “Madre”, la donna che tanto si trova diffusa in Sardegna attraverso migliaia di idoli femminili a volte con braccia aperte, a volte con in braccio un bambino (figura preistorica della Madonna e relativa maternità), la donna come essere superiore unico in grado di procreare e quindi di creare dal nulla la vita. L’idoletto in terracotta rinvenuto ad Atzadalai, nel territorio di Teti, databile al neolitico medio (4700-4000 a.C.) è una delle più antiche “opere d’arte” della Sardegna. Si può interpretare come una “venere grassa” o “dea madre dormiente”. Porta un copricapo leggermente carenato sulla parte frontale, gli occhi segnati da una leggera incisione asimmetrica, il naso realizzato con una piccola incisione rettangolare e la bocca segnata da un’incisione sulla parte inferiore del viso con marcato prognatismo. Le braccia raccolte sotto il seno sono evidenziate da una profonda incisione angolata con il vertice rivolto verso il ventre. Il braccio sinistro è evidenziato da incisioni che si potrebbero interpretare come schematizzazione di un bambino tenuto in grembo. I tratti somatici posteriori sono resi da una profonda incisione verticale che parte dalla spaccatura delle natiche.


per le strade di Teti ad ogni segnalazione è possibile trovare il simbolo
del dio-guerriero dai quattro occhi, vanto del paese