SICILIA / Fontana dell’elefante – Piazza Duomo, Catania / Scavi e ritrovamenti confermano la presenza nel territorio di elefanti nani, i cui particolari crani avrebbero dato origine alle leggende di ciclopi
IL LIOTRU E IL MISTERO DEI CICLOPI
ARTICOLO / Isabella Dalla Vecchia
FOTOGRAFIE / Ignazio Burgio
__________________________
CATEGORIE
Alchimia / Alchimisti
Animali / elefante
Animali mitologici / ciclope
Fenomeni naturali / Vulcani
Giganti
Leggende
Personaggi / Alchimisti
Rituali / Protezione
Il mistero dei ciclopi
Di Mark Landon / Wikimedia Commons,
Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=129543511
Il centro di Catania è occupato da un mastodontico elefante in pietra lavica protagonista di una serie di leggende che raccontano il passato di questa bella e calda città. La città non solo prende il nome da “Katà Aitnen” ovvero “sotto l’Etna”, ma anche da “Balad al Fil” ovvero, città dell’Elefante.
Ed è proprio ai pachidermi che Catania è sempre stata legata avendone uno come eterno simbolo nello stemma ufficiale, che altri non è che il ricordo di un elefante che avrebbe salvato gli abitanti della città proteggendoli dagli attacchi di animali feroci.
Inoltre, come il serpente di Mosè nella Bibbia allontana i velenosi serpenti del deserto, così la statua dell’elefante in pietra lavica avrebbe avuto allontanare la stessa lava delle eruzioni vulcaniche.
Ma la domanda è lecita: cosa ci fa un elefante in Sicilia? Non è affatto cosa assurda! Scavi e ritrovamenti confermano la presenza nel territorio di elefanti nani, i cui particolari crani avrebbero dato origine alle leggende di ciclopi. La conformazione dei loro crani giganti con un foro al centro per l’innesto della proboscide, faceva credere a chi non conosceva questi animali o non li aveva mai visti, che quel grosso buco centrale rappresentava un unica grande orbita oculare.
Elefante nano di Giovanni Dall’Orto – Fotografia autoprodotta, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6320903
Ma il vero simbolo di Catania sarebbe la Fenice, l’uccello mitologico che brucia e rinasce dalle sue stesse ceneri scolpita sotto l’arco settecentesco di Porta Ferdinanda (oggi porta Garibaldi) insieme al motto che contraddistingue la città “melior de cinere surgo” (risorgo sempre più bella dalle mie stesse ceneri”) la metafora di questa città più volte distrutta da assedi, terremoti, eruzioni vulcaniche, bombardamenti ma sempre rinata più bella e fiorente di prima.
Il mago Eliodoro e l’elefante
Questo elefante a Catania viene chiamato Liotru, un nome che deriva dal colto catanese Eliodoro (dono del sole) che visse qui nell’VIII secolo. Eliodoro desiderava diventare vescovo di Catania, ci provò in ogni modo, peccato che al posto suo fu nominato Leone II detto il Taumaturgo lasciando Eliodoro in un profondo sconforto (Leone resto vescovo per 20 anni!).
Eliodoro per vendetta inizio ad opporsi alla Chiesa disturbando le funzioni religiose con la magia, fatto che incuriosiva molto i fedeli che iniziavano a credere ai suoi poteri. Una delle più potenti manifestazioni magiche, che restò nella memoria popolare, fu quella di salire in groppa all’elefante di pietra lavica riuscendo ad animato e a farlo correre tra lo stupore della folla! Per questo motivo l’elefante assunse il nome di “u cavaddu di Liotru” (il cavallo di Eliodoro).
San Leone Taumaturgo che sconfigge il mago Eliodoro.
Olio su tela del secolo XVIII di Matteo Desiderato
Le magie di Eliodoro continuavano a sorprendere la gente, fino a quando questa attività paranormale non raggiunse il vescovo Leone II che, convinto che il mago fosse solo un imbroglione, nel 778 decise di sfidarlo al “giudizio di Dio” una prova nella quale entrambi dovevano camminare su carboni ardenti e colui che ne sarebbe uscito indenne sarebbe stato proclamato vescovo di Catania.
Una prova un po’ insolita, in quanto è risaputo che a restare indenne nel fuoco è proprio il diavolo. Liotru però rifiuta la prova, considerandola più a favore del diavolo che di Dio e il vescovo Leone, offeso per tale giudizio, lo getta a tradimento nei carboni ardenti bruciando il povero Eliodoro.
Elefanti nani, ciclopi e fenici, sono questi gli abitanti della nostra Catania, animali surreali degni cittadini del capoluogo di un’isola meravigliosa ai confini della realtà.