TOSCANA / PESCIA FR.CASTELVECCHIO (PT) – PIEVE DEI SANTI ANSANO E TOMMASO / Il vero enigma è l’immagine al centro della facciata non ancora interpretata. Si intuisce la figura di un uomo che sembrerebbe proteggere due donne abbracciandole, supposizione questa che potrebbe indurre a vedere la figura come Gesù e le pie donne, identificate in questo caso come Maria Vergine e Maria Maddalena.

ENIGMATICHE FIGURE SULLA FACCIATA


ARTICOLO E FOTOGRAFIE
/ Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu

FOTOGRAFIE / Mirko Urso e Gianluca Cinquilli – mirkovic7@virgilio.it

 

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CATEGORIE

Provincia di Pistoia
Animali / serpente
Diavoli
Enigmi su Gesù
Figure rare
 Fiore della vita
Mascheroni
Religioni / Americhe

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I capitoli di questa scheda sono:
Il borgo
La Pieve
Una torre di avvistamento?
L’atmosfera “boschiva” della cripta
Le enigmatiche sculture della facciata
Le simbologie dell’esterno

Il borgo

Non solo il borgo di Castelvecchio ma è tutto l’ambiente che lo circonda ad emanare quella particolare aura antica, di cui sono impregnate le valli che abbracciano e proteggono questo piccolo paese dall’avanzata del XX secolo.
Il suo più grande tesoro è la Pieve dei Santi Ansano e Tommaso, l’edificio sacro più antico della Valdinievole e di tutta la provincia di Pistoia.

Il borgo fu feudo di Giovanni Garzoni e di Bardino di Federigo Garzoni, dei quali esiste ancora la dimora, impreziosita da un portale trecentesco. Era famiglia ghibellina costretta a vivere in territorio guelfo, e per questo assediò “casa propria” senza peraltro riuscirci.

Il paese resistette nel 1363 ad un altro attacco da parte dell’esercito pisano guidato sempre da Giovanni Garzoni, che aveva peraltro da poco fallito anche l’assedio di Altopascio, dimora dei cavalieri del Tau.


Pontito


La pieve

Il paese non ne uscì illeso, fu in parte distrutto, fatto questo che obbligò gli abitanti a fuggire e a rifugiarsi in luoghi vicini. Tanta fatica per nulla, perchè solo un anno dopo, il Garzoni lo restituì ai precedenti “proprietari”, i fiorentini.

Si susseguirono poi gli anni di semi-pace, perché in seguito ad una rimpatriata degli abitanti, a parte qualche disguido con i paesi vicini, tra cui San Quirico, la cui rivalità persiste ancora ai giorni nostri, il borgo non ebbe grosse vicende.

La Pieve

La bellissima pieve sorge fuori dell’abitato, infatti dal sagrato è possibile vedere il borgo in tutta la sua magnificenza. Le sue origini toccano l’epoca longobarda perché il primo documento che ne cita l’esistenza è datato 879, in cui il vescovo Lucca Gherardo “affitta” ai fratelli alcuni beni della chiesa.

In un testamento del vescovo Peredeo del 778 è addirittura citato un edificio sacro precedente, anche se probabilmente sito in un’altra zona. Nell’880 la pieve viene citata perché la chiesa di San Quirico è sotto la sua giurisdizione. Vi sono poi altri documenti successivi, nel 975 e 978.

Info storiche dei documenti dettagliate alla pagina
http://www.gpcastelvecchio.com/_la_pieve_di_castelvecchio.2.html

Una torre di avvistamento?

Emerge solitario il campanile, quasi come torre di avvistamento. E’ alto 12,50 m e si trova insolitamente dietro la chiesa e non ai suoi lati, forse a causa di difficoltà di edificazione.

L’atmosfera “boschiva” della cripta

L’interno è a 3 navate con 3 corrispettive absidi, orientato ad est secondo i canoni classici.

All’interno è possibile trovare nei capitelli particolari bassorilievi degni di attenzione. Le navate presentano copertura a capriate a vista, mentre il presbiterio è sopraelevato rispetto al piano dei fedeli, sempre secondo i canoni antichi, per dare ampio spazio alla cripta, un luogo magico e di grande effetto.

Esiste una leggenda che narra che proprio nrlla cripta S. Ansano si raccoglieva in preghiera dialogando con il divino. Da una piccola apertura entra un filo di luce che conferisce all’intera stanza un’atmosfera molto suggestiva. Vi sono due corrispettivi altari antichi.

Presenta un gruppo di 5 colonne per lato disposte secondo la curvatura del coro e un’altra fila centrale. Le basi di queste colonnine sono consumate probabilmente dalla presenza di acqua che avrebbe allagato il sotterraneo.

Così naturalmente scolpite perdono l’immagine di elemento architettopnico e acquistano quasi quello di “vegetale”, non più diritte e lisce, ma irregolari ricordano infatti una serie di alberi, come interpretato da Mauro Giorgio Ferretti nel suo “Sulle orme dei templari”; in questo luogo sotterraneo ci si sente così a camminare in una sorta di foresta irreale, un ambiente a metà tra umano e naturale, ossia un chiaro ambiente divino.

Le enigmatiche sculture della facciata

La pieve è costruita in pietra locale, esternamente presenta una serie di archetti con innumerevoli bassorilievi geometrici, vegetali e zoomorfi oltre che antropomorfi.

Gesù e le pie donne
Ma il vero enigma è l’immagine al centro della facciata non ancora interpretata. Si intuisce la figura di un uomo che sembrerebbe proteggere due donne abbraciandole, supposizione questa che potrebbe indurre a vedere la figura come Gesù e le pie donne, identificate in questo caso come Maria Vergine e Maria Maddalena.

Dio, Gesù e la Sophia
Sempre secondo Mauro Giorgio Ferretti, la raffigurazione sarebbe metafora del Padre (Dio) che protegge l’Uomo (Cristo) e la Donna (Sophia). Potrebbe simboleggiare la Trinità o Dio che si riconcilierebbe con Adamo ed Eva.

Le due immagini (fronte e retro la chiesa) a confronto:


Figura identica sul retro della chiesa


Fronte della chiesa

Le figure demoniache
Ma la chiesa conserva un altro mistero. Infatti nella parte esattamente opposta della chiesa viene rappresentata la stessa identica scena. Inoltre entrambe sono “accompagnate” da alcuni spaventosi mascheroni sottostanti che ricordano i mostri Africani o addirittura quelli Maya e Aztechi!

La leggenda della morte bianca
Un’ulteriore interpretazione proviene da una tradizione popolare che vede il personaggio centrale nel maestro muratore che sarebbe caduto durante la costruzione della pieve, forse per mano del demonio che naturalemente avrebbe voluto ostacolarne i lavori, raffigurato dalle figure mostruose sottostanti. Mostrarlo in questo modo avrebbe ricordato il sacrificio degli addetti ai lavori che rischiavano ogni giorno la vita nella posa di ogni mattone in nome della casa di Dio. Anche le morti bianche di un tempo suscitavano clamore.

L’orante
Secondo Simone Esposito l’uomo potrebbe essere visto anche come “orante”, ma non un orante ieratico classico, piuttosto un uomo che sembra instaurare una catena con gli altri partecipanti al regno animale in una sorta di “magia alchemica”. Confrontando l’immagine con l’orante ieratico rappresentato nella lunetta della pieve di Montepiano (Prato) che ha le braccia rivolte verso l’alto in segno di adorazione a Dio, si nota la differenza, perchè in questo caso, viene instaurata una sorta di catena con le altre due figure.

Di seguito tutti i mascheroni della facciata:

Le simbologie dell’esterno

Dedicata ai Santi Ansano e Tommaso, è la più ricca di decorazioni e simbologie del territorio. Conserva uno stile architettonico lombardo del XII secolo e il pesante restauro che ha subito nel XIX secolo, per fortuna non ha toccato le splendide simbologie scolpite sulle pareti esterne.

Sicuramente ha subito influssi dell’arte pisano-lucchese con aggiunta di stile lombardo, ma riporta, alcune particolari simbologie tutt’oggi non interpretate.La facciata è costituita da due ordini sovrapposti di arcate con al centro una bifora e due oculi strombati per ogni lato. Dalla parte del presbiterio vi sono 3 absidi con archetti pensili come decorazioni. Di seguito tutte le sculture presenti all’esterno:


Isabella Dalla Vecchia


Mirko Urso e Gianluca Cinquilli

INFO UTILI

• Castelvecchio, Pescia, (PT) – Una volta lasciata Pescia, in corrispondenza di Pietrabuona, la strada si biforca:
– a destra segue il corso della Pescia di Pescia e di là evitando la ulteriore deviazione per Vellano, si arriva al ponte di Sorana ed al ponte di Castelvecchio.
– a sinistra, più vicina ai contrafforti del Battifolle, la strada si snoda attraverso Fibbialla, Aramo e S. Quirico, e proseguendo, dopo aver evitato il prolungamento per Stiappa e Pontito, ridiscende a Castelvecchio.
• Sito ufficiale: http://www.gpcastelvecchio.it
• Per visitarlo occorre contattare:
Roberto Flori
335 5615543
Rosellini Lario 0572400115
gpcastelvecchio@gmail.com