TOSCANA / FIVIZZANO – GROTTA DI SANTA CATERINA / In località “Grotta di Santa Caterina” ci sono alcune “pietre della fertilità o dello strofinamento”, massi sacri su cui le donne erano solite “strofinare la schiena” per avere il dono di essere feconde
LE PIETRE DELLA FERTILITA’ DELLA LUNIGIANA E LA DEA MADRE
ARTICOLO E FOTOGRAFIE / Rino Barbieri – barbieri.rino@virgilio.it
http//xoomer.virgilio.it/barbierino
__________________________
CATEGORIE
Provincia di Massa Carrara
FEMMININO SACRO
GUARIGIONE / Fertilità
GROTTE /
PAGANESIMO/CRISTIANESIMO
PREISTORIA / Grotte
RITUALI / Pagani
SESSO SACRO /
__________________________
Esiste una località nei pressi di Fivizzano, che viene denominata “Grotta di Santa Caterina”, un luogo perso nei fitti boschi dedicato alla santa, ma conosciuto dagli studiosi perché ricco di ritrovamenti preistorici. Rino Barbieri, ricercatore e studioso della Lunigiana, esplorandolo, ha saputo mettere in evidenza alcuni particolari che fino ad oggi erano rimasti sconosciuti, ovvero la presenza di alcune “pietre della fertilità o dello strofinamento”, massi sacri su cui le donne erano solite “strofinare la schiena” per avere il dono di essere feconde. Esistono molti siti in cui è possibile trovarne altri esempi, rimane famosa la pietra vicino al santuario di Oropa, sopra il cui masso è stata costruita una cappella. Anche in questo caso la chiesa ha voluto “appropriarsi” di un antico sito in cui avvenivano diversi rituali pagani, qui semplicemente con il nome. E’ strano infatti che ad un masso venga attribuito il nome di una santa senza ragione alcuna. Sul masso si aprono alcune nicchie scolpite riproducendo gli stessi organi sessuali femminili, motivo questo a ritenere che il sito sia stato anticamente frequentato in occasioni di importanti rituali di fecondità.
Spiega Barbieri: “In quel momento ho capito immediatamente di essere di fronte ad un Santuario della fecondità e della maternità. Ed allora non mi sono stupito di trovare nei pressi del la scultura tre pietre che, per la posizione, la forma, risultano, a mio vedere, essere degli “stimolatori” delle donne che qui venivano a prepararsi alla fecondazione.”
Di seguito le nicchie scavate con chiaro riferimento agli organi sessuali femminili.
Rino Barbieri analizzando il masso roccioso sembra riconoscervi una enorme scultura preistorica che i toponimi del luogo richiamano il figlio della Dea Madre: il Dio Lug quello stesso Dio celtico che ha dato i nomi a tante località d’Europa come Lugo, Lugano e Lione (in latino LUGUDUM). Infatti il paese di Turlago significa Porta del Dio Lug e sul monte Grosso il toponimo del bosco “Pian del Lago” che è la storpiatura di “Piano del Dio Lug”. Comunque resta in piedi ancora la sua prima ipotesi a motivo che il dio Lug, secondo i riti celtici, era figlio della Grande Madre Terra e quindi ad essa la scultura era dedicata.
Continua Rino dicendo: “Trattasi a mio parere di una scultura di epoca forse fine neolitico (6.000- 3000 A.C) scolpita con il quarzo o con la selce, ma è possibile che sia dell’epoca dei metalli: rame o bronzo e quindi essere più recente: lascio agli studiosi il compito di accertarlo.
Tale compito sarà reso loro più facile dall’analisi dei segni dei cunei che si trovano ripetutamente incisi sulla sommità del masso e che sono serviti per sfogliare strati di roccia allo scopo di dare l’immagine di una testa.
E’ l’opera prodotta da una o più tribù che si erano stanziate sul monte Grosso, a Reusa, a Collegnago, a Turlago e che avevano abbandonato la caccia per dedicarsi più assiduamente alle pratiche agricole, alle semine e all’allevamento. E’ un prodotto dell’Uomo agricoltore che conosce l’importanza benefica dell’acqua, della forza vitale del sole, dell’influenza della luna che come la donna ha i cicli mensili. Ed alla Donna, che genera la vita ed è necessaria alla continuazione della specie, si rivolge attribuendole tutta l’importanza che meritava scolpendo nella roccia l’immagine dell’organo di cui tanto sentiva l’attrazione. E la Donna era vista come la Terra: anch’essa da un piccolo seme generava la vita con l’aiuto dei raggi solari. Ecco che allora l’uomo vede nella Terra il corpo della donna: alcuni i colli rotondi diventano i seni, in altri casi il pube e presso di essi si accampa e si ferma a lavorare la terra ritenendosi protetto. E’ una mia teoria, ma credo di non sbagliare, che l’uomo del Monte Grosso abbia inciso la mega scultura nella roccia che guarda verso il Monte Gendarme sopra Mommio, volendo rappresentare, come forma di preghiera, la Grande Madre Natura e facendone un luogo rituale per aiutare la riproduzione finalizzata ad incrementare i componenti della tribù. E quale luogo era più propizio di quello in cui il Monte Gendarme e i monti del contorno con il loro profilo, erano visti come la rappresentazione della “vulva” della Grande Madre Terra?”
“Inoltre questo Santuario si trova poi a poca distanza dal luogo di scoperta della famosa testa di statua stele detta di Verrucola, che forse, con il suo ritrovamento nel 1930, ha voluto dare un’indicazione agli uomini “sensibili” per raggiungere l’immagine della Grande Madre Terra.”
“Sono convinto che questa enigmatica mega scultura si è fatta però scoprire, solo oggi, per dare un monito all’uomo moderno a vivere in armonia con la Natura, a non sfruttarla, a non usarla come una “pattumiera,” perché, come tutti sappiamo , “di mamma” ce n’é una sola” e non ne abbiamo un’altra di riserva. E’ quindi un’ invito all’uomo moderno a recuperare il senso di unione con la propria Madre Terra ed a rispettarla.”
Rino Barbieri accanto alla Grotta di S.Caterina
ALTRI LUOGHI MISTERIOSI SIMILI ALTRI LUOGHI MISTERIOSI IN TOSCANA |
---|
INFO UTILI
• Per info dettagliate sulla posizione del sito contattare Rino Barbieri Cell 3281111287 Email: barbieri.rino@virgilio.it |